La Guida

ISTITUZIONI

Antonello Sacchetti

10/25/20222 min read

Poteri e prerogative della gigura più importante della Repubblica islamica

La Costituzione iraniana riconosce e distingue i 3 classici poteri statali (legislativo, esecutivo e giudiziario), sottoponendoli al controllo della Guida e al coordinamento del Presidente della Repubblica. L’articolo 56 stabilisce che “L’assoluta sovranità sul mondo e sull’ umanità appartiene a Dio, il quale ha voluto che l’umanità fosse sovrana sul proprio destino sociale. Nessuno può privare alcun individuo di tale diritto, che è di derivazione divina, né asservire tale diritto ad interessi personali o di gruppo. Il popolo eserciterà tale diritto secondo le norme seguenti”.

La figura chiave di questo sistema è la Guida. Nella pubblicistica italiana, questa figura è spesso indicata come “Guida suprema” o “Guida spirituale”. In persiano il ruolo è indicato con diversi termini: vali-e fiqqieh (esperto di diritto islamico), oppure rahbar-e mohazem (ﺭﻫﺒﺮﻱ ﻣﻌﻈﻢ) , cioè guida suprema o più semplicemente rahbar, “Guida”.

Che tipo di Guida

Poco felice la traduzione in “guida spirituale”: come vedremo, questo ruolo ha molto a che fare con la politica e assai poco con la spiritualità. Anche se la premessa alla base di questa istituzione è di carattere filosofico-religiosa. L’articolo 5 della Costituzione stabilisce infatti che “durante il tempo in cui il Dodicesimo Imam (possa Dio accelerare la sua ricomparsa) rimane in occultazione, nella Repubblica Islamica dell’Iran la tutela degli affari e l’orientamento del popolo sono affidati alla responsabilità di un giurista giusto e pio, conoscitore della propria epoca, coraggioso, dotato di energia, di iniziativa e di abilità amministrativa, che la maggioranza della popolazione riconosca ed accetti come propria Guida. Nel caso in cui nessun giurista esperto di Diritto islamico ottenga tale riconoscimento maggioritario, le responsabilità sopra esporta saranno affidate ad un Consiglio Direttivo composto di giuristi dotati dei requisiti già elencati (…)”.

I poteri

La Guida suprema nomina tutte le autorità giudiziarie; comanda le forze armate nominando i vertici dello stato maggiore generale e dei pasdaran e presiedendo il Supremo consiglio di difesa; nomina i sei membri religiosi del Consiglio dei Guardiani; indice i referendum deliberati da parlamento a maggioranza dei due terzi; firma il decreto di nomina del Presidente della Repubblica e ha il potere di destituirlo (se la Corte suprema lo condanna o il parlamento lo sfiducia tramite l’approvazione di una mozione); definisce le linee generali dell’azione di governo e vigilia sulla loro corretta esecuzione; presiede e controlla tutte le fondazioni culturali e sociali.

Oltre a questione funzioni politiche, alla Guida è riconosciuta una pressoché illimitata libertà di esternazione su tutti gli aspetti della vita politica, sociale e culturale del Paese. Così che il rahbar, tramite un semplice messaggio alla magistratura o al parlamento, può condizionare la vita del Paese in modo decisivo. Contano le parole e contano ancor più i silenzi.

I criteri di scelta

In linea di principio, la Costituzione assegna all’Assemblea degli Esperti il compito di scegliere ed eventualmente rimuovere la Guida. La Carta in origine prevedeva che per essere designati come Guida occorresse essere marja-e taqlid, ossia “fonte di imitazione”, un titolo che nell’Islam sciita indica chi è riconosciuto come autorità teologica. Tuttavia, quando nella seconda metà degli anni Ottanta si consumò la rottura tra Khomeini e il suo erede designato, l’Ayatollah Montazeri, il padre della Repubblica islamica affidò a una commissione di 20 membri (10 scelti personalmente da lui e 10 dal parlamento) la revisione del testo costituzionale.

La riforma (entrata in vigore dopo il referendum popolare del 28 luglio 1989, un mese e mezzo dopo la morte di Khomeini) abolì la figura del premier e ne trasferì i poteri al presidente della Repubblica. Contemporaneamente, stabilì che la Guida veniva scelta sulla base di

a) competenza scientifica e virtù morali indispensabili per esercitare la funzione di suprema Autorità teologica e per emettere sentenze di diritto religioso;

b) perspicacia in campo politico e sociale, coraggio, forza, ed opportune capacità amministrative.

Soltanto così fu possibile scegliere come Guida Ali Khamenei, che non deteneva i titoli religiosi inizialmente richiesti dalla Costituzione.

Da Khomeini a Khamenei, il ruolo della Guida diviene assai meno sacro e molto più politico.

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