Un nuovo modo di comunicare
Addio (o almeno arrivederci) a Instagram. Meno social, più contenuti "lunghi" e "lenti"


Qualche breve riflessione su alcune scelte “editoriali”. Chiudere gli account Meta - Facebook era spento ormai da tempo, per Instagram la decisione è stata più drastica - è la premessa per tentare una forma di comunicazione diversa. Soprattutto negli ultimi cinque anni, dal primo lockdown, ho prodotto contenuti in grande quantità e continuità. Soprattutto dirette streaming e video brevi tratti da quelle dirette. Il tutto a vantaggio della parola parlata e a discapito di quella scritta, in sintonia con quanto accade nel web ormai da tempo. Tutto si produce e si consuma rapidamente, quasi in una corsa all’accumulo, in cui un reel rischia di invecchiare nel giro di qualche ora, scavalcato da un altro evento o episodio da commentare.
Su Instagram tutti possono pubblicare contenuti, quasi mai davvero originali, spesso ridondanti e banali. Cercare la competizione è un’impresa sfiancante, che toglie energie allo studio e alla ricerca.
Credo che sia ora di tornare a una forma di comunicazione meno compulsiva e più ragionata, in cui accanto alle conversazioni e alle interviste, ci sia spazio anche per articoli e approfondimenti scritti.
Da qui l’idea di utilizzare Substack come piattaforma per tenere aggiornate tutte le persone che in questi anni hanno seguito il mio lavoro, spesso in modo discreto e attento, senza urlare nelle polemiche effimere dei social. Si tratta in parte di un ritorno all’epoca dei blog, quando la parola scritta era il contenuto e non l’involucro in cui gettare il proprio ego in pasto all’arena digitale.
Ci saranno anche maggiori spazi di approfondimento, con webinar e corsi su temi specifici.
Ricominciamo, in modo nuovo.